Tornano le targhe storiche: recuperare le targhe originali diventa realtà

Il Ministero dei Trasporti sta facendo passare in questi giorni una nuova disposizione per permettere agli autoamatori di recuperare le targhe originali dei loro preziosi veicoli storici.

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Il Ministero dei Trasporti sta facendo passare in questi giorni una nuova disposizione per permettere agli autoamatori di recuperare le targhe originali dei loro preziosi veicoli storici. Infatti, con le modifiche apportate dall’emendamento 126.6 della Legge di Bilancio del 2021, sarà quindi possibile richiedere le targhe storiche conformi al periodo di costruzione. Sarà valido anche nel caso in cui, nel tempo, i veicoli siano stati reimmatricolati o ritargati. Vediamo meglio cosa dice il nuovo testo di legge.

Cosa dice l’emendamento 126.26: recupero targhe storiche

Di seguito si propone parte del testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale (l.178/2020) in vigore dal 1° gennaio 2021: 

“[…] è ammessa la facoltà del richiedente di ottenere targhe e libretto di circolazione della prima iscrizione al P.R.A., ovvero di ottenere una targa del periodo storico di costruzione o circolazione del veicolo, in entrambi i casi conformi alla grafica originale, purché la sigla alfa-numerica prescelta non sia già presente nel sistema meccanografico del CED della Motorizzazione civile e riferita ad un altro veicolo ancora circolante […]”

Tale emendamento andrà a modificare l’art.93 del Codice della Strada aggiungendo il comma 5-bis. In sostanza, a tutti i proprietari di veicoli storici sarà offerta la possibilità di recuperare le targhe del periodo di costruzione o circolazione. Non sono state ancora definite le modalità con cui sarà possibile fare domanda alla Motorizzazione, ma è sicuramente un passo nella giusta direzione. Questo permetterà a molti appassionati di ricercare un nuovo livello di perfezione nel mantenimento delle caratteristiche originali di tutti quei veicoli che hanno segnato la storia dell’automobilismo. 

“Possedere una macchina storica con una targa moderna – ha detto Rossano Nicoletto, presidente del RIVS – è come indossare un elegante abito di sartoria per poi girare a piedi scalzi”. È per questo che secondo noi di RIVS le cosiddette “targhe nere” sono un accessorio indispensabile. Servono per approfondire quella ricercatezza per il dettaglio che contraddistingue gli appassionati del nostro settore.

Un’occasione persa

Questa novità non giunge senza creare dello scalpore. Stando a quanto espresso nell’emendamento, per il recupero della “targa nera” di un veicolo storico, resta indispensabile che il mezzo sia iscritto ad uno dei cinque registri riconosciuti dall’art.60 del CdS. “È questa – secondo Nicolettoun’occasione persa per modificare definitivamente l’attuale comma 4 dell’articolo 60 del Codice della Strada, rendendolo finalmente pluralista e democratico. Bisogna inserire il RIVS nel novero degli enti riconosciuti che, ovviamente, rispettino certi parametri di spessore e presenza territoriale”. 

Mentre ASI aveva invece spinto per la creazione delle cosiddette “targhe H” per i veicoli storici, il RIVS aveva già insistito sull’importanza delle “targhe nere”. Durante l’audizione del 27 febbraio 2019 alla Commissione Trasporti, Nicoletto aveva parlato ampliamente del tema. Spinse con passione sulla necessità di permettere agli appassionati del settore dell’automobilismo storico di recuperare le targhe originali.

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