Finalmente una notizia molto attesa dagli appassionati di motorismo storico: sarà presto possibile recuperare le targhe storiche originali!
La notizia
Dopo l’approvazione della Camera, anche il Senato ha dato parere favorevole alla Legge di Bilancio 2021, nella quale è inserito l’emendamento 126.26. Tale emendamento, che andrà a modificare l’art. 93 del Codice della Strada con l’aggiunta del comma 5-bis, consentirà il recupero delle targhe originali per i veicoli storici in caso di reimmatricolazione.
Le proposte di RIVS per le targhe delle auto storiche
Questa possibilità ha valore retroattivo e permette dunque di recuperare le targhe storiche originali anche per i veicoli già reimmatricolati o ritargati negli anni passati. La legge diverrà operativa quando sarà promulgato il Decreto Attuativo che il Ministero dei Trasporti emanerà entro 60 giorni.
La possibilità di utilizzare le targhe originali faceva parte delle proposte presentate dal presidente del RIVS, Rossano Nicoletto, nel corso dell’audizione in Commissione Trasporti della Camera del 27 febbraio 2019.
Eliminare la targa anteriore
A dire il vero Nicoletto aveva proposto anche di eliminare la targa anteriore, sia dei veicoli storici che di quelli moderni. Questo perché ritenute ormai inutili e spesso dannose, ma soprattutto perché compromettono in maniera determinante l’estetica degli stessi mezzi. Le moto, per esempio, non le hanno mai avute e non vi sono mai stati problemi di identificazione dei proprietari.
Tale intervento, infatti, non comprometterebbe la possibilità di identificare i mezzi in questione; enorme invece sarebbe il beneficio pratico ed estetico. Apporre la targa anteriore su certi veicoli, storici o moderni, è un vero delitto che mortifica il genio dei designer di ogni tempo, soprattutto di quelli italiani che hanno fatto scuola in tutto il mondo.
Recupero delle targhe originale veicoli storici rottamati
Inoltre, Nicoletto aveva proposto di estendere il recupero delle targhe storiche originali anche ai veicoli rottamati grazie ai contributi statali, ovviamente dietro il pagamento allo Stato degli oneri defiscalizzati a suo tempo.
Questo successo, di cui l’ASI vorrebbe attribuirsi l’esclusiva paternità, è il frutto del lavoro di molti appassionati, tra cui il presidente del RIVS. Infatti, Nicoletto Rossano, nel corso dell’audizione, intervenendo in Commissione Trasporti della Camera il 27 febbraio 2019, ebbe modo di avanzare una proposta in tal senso. Si ripropone qui il video dello spezzone dell’intervento.
Non dimentichiamo che veniamo da un trentennio in cui l’ASI, che oggi rivendica in modo esclusivo tale successo, è in effetti riuscita ad ottenere solo l’agevolazione fiscale per i veicoli ultraventennali: agevolazione che, purtroppo, dal 2015 in poi è stata notevolmente ridimensionata dalle nuove normative intervenute.
20 anni di esperienza con targhe storiche e macchine d’epoca
Non si può non ricordare che Nicoletto, vent’anni orsono e in tempi non sospetti, già pubblicava i primi articoli riferiti al recupero delle targhe storiche.
Lo stesso Nicoletto, oggi, non vuole intestare alla sua persona questo risultato che definisce piuttosto “una vittoria di tutto il movimento del motorismo storico, dato che la medesima richiesta giungeva dalle tantissime anime che lo compongono”. Si vuole comunque “lasciare l’illusione ad ASI di aver ottenuto un successo dopo trent’anni dall’entrata in vigore della agevolazione sul bollo storico”.
Il discorso cambia per le “targhe oro”
L’occasione è buona per trattare un tema che sta a cuore al presidente del RIVS: le targhe metalliche di certificazione rilasciate dall’ASI. Queste targhe danneggiano in modo piuttosto evidente l’estetica e l’originalità dei mezzi su cui vengono apposte, soprattutto quando si parla delle cosiddette “targhe oro” visibili su auto di grande valore storico.

Il RIVS è sempre stato favorevole a mantenere l’originalità dei veicoli storici, per questo motivo è fortemente contrario, come dichiara Nicoletto, “all’utilizzo indiscriminato dei vari ‘pezzi di lamiera/ottone’ apposti sui veicoli storici. Questi pezzi di lamiera, che qualcuno ama definire car grill o targhe oro, inficiano l’originalità e l’estetica delle nostre storiche.
Pensiero, tra l’altro, che è condiviso dalla stragrande maggioranza dei collezionisti, soprattutto dai cosiddetti puristi. Infatti, cosa accade oggi? Che ASI, prima certifica l’originalità del mezzo e contestualmente consegna al proprietario una ‘targa oro’ da apporre sul mezzo stesso inficiandone così l’originalità.”

Per comprendere queste dure parole, Nicoletto ci invita a guardare i due esempi in foto di un anteriore e di un posteriore “gravemente compromessi dagli orpelli. Nel caso della Bizzarrini, hanno prodotto due fori sulla carrozzeria per esibire un pezzo di lamiera di dubbio gusto, esponendo allo stesso tempo la stessa carrozzeria al rischio di corrosione.”
Spinto dalla passione che lo contraddistingue, il presidente Nicoletto si spinge oltre: “Per non parlare poi della ridicola richiesta fatta da ASI in sede di Commissione Trasporti della Camera, di istituire una ulteriore targa H (Historic) per identificare i veicoli storici: targa che andrebbe ulteriormente ad imbrattare la carrozzeria danneggiandone l’estetica e l’originalità.
C’è bisogno di innovazione
Tutto ciò dimenticandosi che siamo nel 2021, e che i mezzi di identificazione possono consistere anche in un semplice chip assolutamente non visibile dall’esterno, ma identificabile dalle autorità preposte al controllo, con modalità al passo coi tempi. D’altronde un noto giornalista ha definito noi del RIVS “Smart”, definendo invece l’ASI un’associazione di “parrucconi”. La cosa mi ha fatto sorridere, soprattutto pensando al confronto in certi ambiti operativi e alle evidenti differenze tra le due realtà associative.”
“Noto inoltre con stupore” insiste Nicoletto, “che l’ASI, nel suo comunicato stampa, non si è limitata ad intestarsi il risultato del recupero delle targhe storiche originali per i veicoli d’epoca. Ha addirittura additato altri che avrebbero osato farlo, senza peraltro citarli. L’ASI stessa ha enfatizzato come vittoria quella che io considero, invece, una vittoria di Pirro, cioè la presunta liberalizzazione della circolazione stradale delle storiche in Piemonte.
Non dimentichiamoci che sono gli 8.000 comuni italiani che decidono, SINGOLARMENTE ed ESCLUSIVAMENTE quali misure adottare in tema di blocchi del traffico dei veicoli inquinanti. Specifichiamo che noi abbiamo scritto, e siamo in contatto costante, con tutte e 20 le regioni anche per questo tema. L’obiettivo è aprire un tavolo con i rispettivi comuni, ai quali abbiamo scritto sensibilizzandoli rispetto alle problematiche relative alle nostre nonnette a due e a quattro ruote.
Questo non significa che non siamo attenti ai problemi dell’inquinamento. È però assodato che, purtroppo, tutto il traffico veicolare (e non solo quello delle auto storiche) incide con una percentuale risibile sull’inquinamento totale. Di fatto è imputabile per la maggior parte alle industrie, ai riscaldamenti e al traffico di mezzi pesanti, pubblici e privati. Ne sono prova gli scarsi risultati ottenuti con il blocco totale del traffico a Milano, per tre giorni di seguito, nel dicembre del 2015.”
Occasione persa per modificare il CdS
Tornando alla questione dell’emendamento, Nicoletto afferma che “si è persa, secondo noi, una grossa occasione per modificare finalmente l’attuale comma 4 dell’articolo 60 del Codice della Strada, rendendolo finalmente pluralista e inserendo nel novero degli enti riconosciuti altri registri di marca e non, che, ovviamente, rispettino certi parametri di spessore e presenza territoriale.
Parametri di riconoscimento per i registri
Parametri che non sono mai stati fissati e che, a nostro avviso, potrebbero essere i seguenti: almeno 100 club affiliati, composti da almeno 50 soci, con almeno 3 anni di attività e presenza in almeno 10 regioni e 50 province.
È la proposta che portiamo avanti da molti anni, naturalmente appoggiati dalla stragrande maggioranza degli appassionati che, come prevede il Codice civile e la nostra Costituzione, vorrebbero essere liberi di associarsi all’associazione che preferiscono, ottenendo al tempo stesso le agevolazioni fiscali che dovrebbero dare pari dignità a tutti i cittadini.”
Incalza Nicoletto: “Inoltre, il dottor Scuro insiste a parlare impropriamente dell’ASI come di una Federazione, ‘dimenticandosi’ che le Federazioni sono riconosciute dal CONI: cito ad esempio l’FMI, Federazione Motociclistica Italiana, giusto per rimanere nel nostro ambito.”
Le targhe storiche sono solo il primo passo
Il RIVS intende impegnarsi a fondo affinché il legislatore si decida a rendere l’articolo 60 del CdS pluralista. “Questo”, insiste Nicoletto, “permetterà al motorismo storico di liberarsi dall’attuale giogo, favorendo nuove realtà associative già strutturate e presenti sul territorio da molti anni, e nuove norme che tutelino democraticamente e con sempre maggiore forza tale movimento.
Ringraziamo naturalmente i componenti della Commissione Trasporti e il Ministero preposto per la sensibilità dimostrata nei confronti del nostro movimento. Hanno ribadito così il valore culturale che questo immenso patrimonio storico ha per la nostra nazione. “Noi confidiamo”, conclude Nicoletto, “che l’emendamento passato in sede di Legge di Bilancio 2021 possa essere solo il primo di una serie di emendamenti che diano il giusto valore ai veicoli di interesse storico e collezionistico e a ciò che rappresentano nella storia del nostro paese”.
E noi naturalmente ce lo auguriamo, per il bene di tutti.
Il testo completo dell’emendamento per le targhe storiche
Questo il testo completo dell’emendamento 126.26 inserito nella Legge di Bilancio 2021
“L’immatricolazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico è ammessa su presentazione di un titolo di proprietà̀ e di un certificato attestante le caratteristiche tecniche rilasciato dalla casa costruttrice o da uno degli enti o associazioni abilitati indicati dall’articolo 60.
In caso di nuova immatricolazione di veicoli che sono già stati precedentemente iscritti al P.R.A. e cancellati d’ufficio o su richiesta di un precedente proprietario, ad esclusione dei veicoli che risultano demoliti ai sensi della normativa vigente in materia di contributi statali alla rottamazione, è ammessa la facoltà del richiedente di ottenere targhe e libretto di circolazione della prima iscrizione al P.R.A., ovvero di ottenere una targa del periodo storico di costruzione o circolazione del veicolo, in entrambi i casi conformi alla grafica originale, purché la sigla alfa-numerica prescelta non sia già presente nel sistema meccanografico del CED della Motorizzazione civile, e riferita ad altro veicolo ancora circolante, indipendentemente dalla difformità di grafica e di formato di tali documenti da quelli attuali rispondenti allo standard europeo.
Tale possibilità è concessa anche retroattivamente per tutti quei veicoli che sono stati negli anni reimmatricolati o ritargati purché in regola con il pagamento degli oneri dovuti. Il rilascio della targa e del libretto di circolazione della prima iscrizione al P.R.A., nonché il rilascio di una targa del periodo storico di costruzione o circolazione del veicolo sono soggetti al pagamento di un contributo, secondo ammontare, criteri e modalità definiti con apposito decreto dirigenziale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. I proventi derivanti dal contribuito di cui al periodo precedente concorrono al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica”.