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Agenzia delle Entrate: attestato ASI superfluo per le vetture ultraventennali

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Il recente dibattito sulle novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2015 è uno dei più accesi che abbia mai toccato il mondo delle auto storiche. In attesa però di sapere quale destino toccherà alla questione del bollo ridotto per le auto storiche ultraventennali, dall’Agenzia delle Entrate arriva una notizia che potrebbe ulteriormente sparigliare le carte in tavola: il RIVS ha sempre avuto ragione.
Questo ha infatti stabilito la Consulenza 954-46/2014 specificando chiaramente che è corretta l’interpretazione per cui:

"Per i veicoli ultraventennali di particolare interesse storico e collezionistico la sussistenza dei requisiti legittimanti l’esenzione possa essere documentata anche tramite dichiarazione sostitutiva resa ai sensi dell’articolo 47 del DPR 445 del 2000"

Allo stato attuale quindi, per richiedere i benefici fiscali riservati ai veicoli ultraventennali, stante la legge in vigore e l’attuale determinazione ASI, è sufficiente una autocertificazione.
Si chiude quindi, con questa determinazione, un dibattito durato quasi quindici anni, iniziato nel 2000, quando il legislatore chiese ad ASI ed FMI di determinare in generale quali fossero i veicoli di particolare interesse storico e collezionistico meritevoli di godere delle agevolazioni su bollo e IPT. Un compito che l’Automotoclub Storico Italiano ha frainteso, approfittando di quella che, grazie alla complicità della maggior parte delle amministrazioni regionali, è diventata sempre più una posizione monopolistica di fatto.
Dopo le sentenze della Suprema Corte di Cassazione del 2013, il colpo di grazia definitivo a questa posizione dominante arriva proprio da quell’Agenzia delle Entrate che nel 2011 aveva dichiarato che, in assenza di una determinazione generale, ci si doveva necessariamente riferire agli attesati emessi dall’ASI. Ora, messa alle strette da un interpello predisposto dal RIVS, e presentato dall’affiliato Duomo Club di Palermo, la stessa Agenzia ha finalmente rivisto la propria posizione: poche righe per spiegare ciò che a molti appassionati era chiaro da tempo.

E ora che succede? Il parere dell’Agenzia è piuttosto chiaro: se la legge 342/2000 non verrà modificata in tutte le regioni a statuto speciale si potranno richiedere i benefici semplicemente presentando un’autocertificazione. Bene così? Non ne siamo convinti.

La nostra proposta è quella di una riforma radicale del sistema, che sappia valorizzare l’expertise degli operatori di settore, salvaguardando in ottica presente e futura il movimento delle storiche, comprese le auto ventennali limitando al minimo le spese per gli appassionati: un sistema certificatorio credibile e poco oneroso, utile a evitare l'innescarsi di un meccanismo di "autocertificazione selvaggia", potenzialmente dannoso per tutto il movimento. Un progetto è ambizioso e sicuramente perfettibile, ma forse l’unica via per uscire dal labirinto in cui ci siamo infilati quindici anni fa.

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