Risposta dell’Ufficio stampa del Registro Italiano Veicoli Storici all’articolo di Roberto Manieri pubblicato sul sito Ruoteclassiche.it il giorno 16 dicembre 2021 dal titolo originale “Regione Lombardia: niente bollo sulle auto ventennali, anche senza il CRS”
* * *
Che faccia tosta! Millantate un cambiamento radicale, una “rivoluzione”, eppure uno dei tributi più scomodi ed arrovellanti del mondo del motorismo storico, il bollo delle ventennali, resta praticamente invariato.
Cambiano i boia ma non la mannaia insomma. Certo, è bello sapere che quest’anno ACI Storico ha guadagnato una posizione di privilegio insieme agli altri 5 registri riconosciuti dal Codice della Strada e, almeno nella Regione Lombardia, sarà in grado di certificare la storicità dei veicoli. Questo però significa dimenticare, o quanto meno trascurare, gli altri registri che restano indietro. Registri che, per quanto continuino a vivere all’ombra di una legislazione ingiusta, non sono dimenticati dai tantissimi appassionati, amatori e collezionisti che li sostengono per amor di democrazia.
Tra questi anche il RIVS, Registro Italiano Veicolo Storici, di cui faccio le veci, che solo in Lombardia conta più di trenta club federati e oltre 3’000 soci. Un registro che ha una storia di oltre vent’anni nel settore dell’automobilismo storico e che ambisce all’adempimento dei princìpi di eguaglianza e democrazia su cui si fonda la nostra amata Repubblica. Princìpi che i nostri padri costituenti hanno voluto chiamare “fondamentali”: L’articolo 1 e l’articolo 4 della Costituzione italiana esistono infatti per abolire leggi personali che vadano a vantaggio di singoli privati, proibendo discriminazioni, personalismi e pratiche antidemocratiche.
Eppure, dal 1992 il Codice della Strada (Art. 60 comma 4) riconosce solo 5 Registri Storici (tutti enti privati) senza definire i criteri per i quali siano stati scelti, le modalità con le quali possano esserne aggiunti di nuovi, o gli organi preposti a controllarne l’operato. Questo ha portato ad uno strapotere da ormai trent’anni dell’ASI che ha delineato arbitrariamente le condizioni per il riconoscimento del Certificato di Rilevanza Storica (CRS), i suoi costi, i tempi, le modalità… tutto senza alcun tipo di controllo o possibilità di sviluppare una concorrenza leale. E i tecnici preposti ad assegnare il CRS? Sono scelti dall’ASI senza alcun tipo di verifica o garanzia sulla loro reale qualificazione. Tutto questo ad ovvio svantaggio dei contribuenti che sono vittime silenziose dell’operato del primo registro d’Italia.
E anche se De Gasperis e Togliatti non immaginavano che un giorno si sarebbe mai arrivati a citare la loro amata Figlia (sic) per ribadire un’ingiustizia legislativa radicata nel settore dell’automobilismo storico, ne sarebbero comunque disgustati. Disgustati non solo per il fatto che esiste una violazione dei princìpi costituzionali di eguaglianza e democrazia a loro tanto cari, ma anche per l’atteggiamento di inerzia che si protrae da anni nel settore. Tre decenni in cui i legislatori sono rimasti a guardare, paralizzati in essenza per pigrizia e mancanza di disinteresse.
Sebbene ammiri il lavoro della vostra redazione nello spingere verso un futuro diverso per il motorismo storico, trovo sbagliato che oggi si canti vittoria. Se ACI Storico sarà integrato alla lista di Registri Storici della Regione Lombardia abilitati a certificare la storicità delle auto sarà solo l’ennesima discriminazione. Voi, nel vostro articolo la chiamate “rivoluzione”, eppure la Lista di Salvaguardia da voi patrocinata è solo un nuovo capitolo di una discriminazione che dura da troppi anni e che auspico possa trovare presto fine. Una fine che non passi attraverso il riconoscimento arbitrario di qualche registro da parte di qualche legislatore regionale, ma da una vera rivoluzione nazionale che cambi i sistemi con cui vengono definiti e riconosciuti i registri di veicoli storici.
È solo attraverso l’applicazione dei princìpi di eguaglianza e democrazia che il settore del motorismo storico troverà nuovo futuro. È solo attraverso una leale concorrenza contrapposta all’attuale monopolio dell’ASI che si arriverà ad un reale movimento di rinnovamento. È solo con il vostro aiuto che si potrà far arrivare questo messaggio a tutti. Perché la vera rivoluzione deve ancora arrivare.
